Ultima cena apocrifa (di capodanno)

ultima cena

potete vedere da sinistra verso destra:

la Mano, di personaggio sconosciuto… qualcuno ipotizza si possa trattare di una mano femminile!! (forse Manu/Maddalena) cosa che aprirebbe uno scandalo storico/religioso… comunque uno dei tanti misteri di questo dipinto eccezionale!

Davide, nella parte di Giovanni… essendo il nuovo arrivato nella combriccola.

Stefano, nella parte di Pietro… che oltre alle chiavi tiene la luce.

Bo, nella parte di Gesù… che non poteva che indossare una felpa della champion.

Tommy, nella parte di Tommaso… che non ci crede se non ci ficca il naso.

G, nella parte di Giuda… che non poteva che avere una chitarra e la tipica espressione luciferina da roooock&rooooooll

Si notino le famose birre e terrine pre-cristiane ai lati del quadro e la pagnotta fatta in casa al centro del tavolo (buonissima).
lo sfondo è quello della straordinaria (e arcana) sala da pranzo del maso Papaia ai Piani (600 metri abbondanti di altitudine) raggiungibile solo dopo un’ora e mezza di audace cammino.

6 Risposte to “Ultima cena apocrifa (di capodanno)”

  1. Ma il grande assente del dipinto/foto è niente popò (ma tanta, ma liquida – zioccanone!) di meno che U, ovvero ness1, alias l’essere perfettissimo onnipresente/onniscente etc. etc. etc. che, ovviamente, l’ultimo dell’anno stava febbricitante e con lo scagotto fulminante nella stanza di là: si noti che, se si presta particolare attenzione ma d’un genere del tutto metafisico al quadro, se ne possono sentire in sottofondo e i miasmi degli olezzanti peti e le relative loro sonorità colorite (di marrone)…
    CiaU

  2. consolati U, non sei stato l’unico a scagozzolare quella sera!!!
    in realtà avete buttato chili di merda (quindi di fortuna) su tutti noi, speriamo bene…

  3. Onnisciente 🙂

    Bye,
    N.

  4. Bah ke nn m’ero manc’accorto d tal quisquilievole e veramente poco evangelica pagliuzza (ke xò qlle dl ns G, tipo, tu ci fai su il bell’omertoso: bravobravo. Beh tanto noi anke ce le s’inventa, le parole ke c servono!), dl resto qua scrivo nei rari ritagli liberi e d corsa: lo capisce anke 1 pover’idiota k’è errore d digitaz. e nn ignoranza ortografica, x d + da sottolinear facendoci figure davvero d meskina risibile e inutile pedanteria. Si badasse alle proprie travi nell’okki cecati, invece d sfrucugliar coglioni ai vivi! (Nn intendo aver mai + a ke fare cn tizi csì infimi: e qua kiudo.)

  5. Decisamente, ti manca il senso dell’umorismo…
    E’ divertente non l’errore di ortografia in sé (qui, tutti, si scrive di fretta, no?), ma che ricada proprio sulla parola *onniscienza*… Insomma una sorta di paradosso logico: un U onnisciente che, ossimoricamente, non ha scienza della parola onnisciente… ed in quel momento cessa di essere *onni*sciente, e così via… 🙂
    Rileggerti, al solito, è stato un vero piacere,
    Nico

  6. ecco, ora o capito!!
    in quanto deficiiiiiente, giorni fa mentre leggievo il commento di nico mi chedevo che cazo volesse dire… non mi ero accorto ne del puntilio grammatticcalle ne di quello filosofico.
    beata gnoranza, ora è tutto più chiarro.

    adesso, se permettete mi dieleguo, che mi pare che ogiuno di noi abia cose più importanti da fare. io ad esempio, ho da “costruire su macerie” come diceva il Puccini…

    alegramente vostro
    C

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